Foto di repertorio

La Cascata delle Marmore: un capolavoro ingegneristico romano

La Cascata delle Marmore, uno dei simboli naturali più suggestivi d’Italia, nasce da un’ingegnosa opera di ingegneria romana. Nel 271 a.C., il console romano Manio Curio Dentato ordinò la costruzione del Cavo Curiano, un canale artificiale destinato a deviare le acque del fiume Velino verso il salto naturale di Marmore.

Perché fu costruita la cascata?

Le ragioni di questa grandiosa opera idraulica erano essenzialmente due:

  • Bonifica: La zona era soggetta a frequenti inondazioni e paludi, a causa dello straripamento del fiume Velino. Il canale serviva a drenare le acque e rendere coltivabili i terreni circostanti.
  • Controllo del territorio: L’opera aveva anche una funzione strategica, in quanto permetteva di controllare il flusso delle acque e di difendere la zona da eventuali invasori.

Come fu realizzata la cascata?

La costruzione del Cavo Curiano fu un’impresa colossale per l’epoca. I Romani scavarono un canale lungo diversi chilometri, deviando il corso del fiume Velino e incanalando le acque verso la scarpata naturale di Marmore. Quando le acque raggiungevano il salto, precipitavano con violenza nel fiume Nera, dando vita a una cascata spettacolare.

L’eredità romana

La Cascata delle Marmore è quindi il frutto di un’ingegneristica romana di altissimo livello. L’opera di Manio Curio Dentato è un esempio straordinario di come i Romani fossero in grado di modificare il paesaggio e di sfruttare le risorse naturali per migliorare la qualità della vita.

Le principali tappe della storia della Cascata

  • Nel 271-72 a.C il console romano Curio Dentato ordinò la costruzione del Cavo Curiano, un canale che aveva l’obiettivo di far defluire le acque in direzione del salto delle Marmore, facendole precipitare così direttamente nel fiume Nera;
  • Nel 54 a.C. il Senato Romano affronta il problema dell’enorme quantità d’acqua trasportata dal Nera durante le piene del Velino, che minacciava Terni, senza tuttavia arrivare ad una soluzione del problema. Rieti era rappresentata da Cicerone, Terni da Quinto Ortensio Ortalo;
  • Nei successivi secoli, a causa delle continue inondazioni delle campagne circostanti di Terni e Rieti, ci furono numerose modifiche ai canali (Cavo Reatino, Cavo Clementino, Cavo Paolino), che tuttavia non risolsero i problemi esistenti.
  • Nel 1787, su ordine di Papa Pio VI, l’architetto Andrea Vici operò direttamente sui balzi della cascata, dandole l’aspetto attuale e risolvendo finalmente la maggior parte dei problemi;
  • Nel XIX secolo si iniziò a sfruttare la forza motrice dell’acqua con l’obiettivo di generare energia. Nel 1896 le neonate acciaierie ternane iniziarono ad alimentare i loro meccanismi sfruttando circa 2 metri cubi di acqua provenienti dal Cavo Curiano;
  • Negli anni successivi le acque vennero utilizzate anche per la produzione di energia idroelettrica, cosa che viene effettuata anche al giorno d’oggi.